Diventa volontario: aiuta chi è in difficoltà
Per entrare nella San Vincenzo è sufficiente il desiderio di aiutare chi è in difficoltà
L’azione assistenziale della San Vincenzo è possibile grazie all’apporto determinante del volontariato. Sono molte le persone di ogni estrazione sociale che prestano la loro assistenza alle famiglie in stato di bisogno.
Tuttavia, le esigenze sono sempre in aumento ed i volontari non bastano mai.
Per diventare volontario basta avere una buona predisposizione all’aiuto di chi si trova in stato di disagio o di povertà e avere un poco di tempo da donare ai fratelli meno fortunati.
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Diventa un Giovane Vincenziano!
Non è mai troppo presto per aiutare gli altri!
Il volontariato non ha età…non importa la differenza di età, di cultura o di ceto sociale…parlando si diventa amici!
In San Vincenzo siamo uomini e donne, giovani e meno giovani, uniamo le nostre forze per aiutare con rispetto ed amicizia le persone che si trovano in difficoltà morale e materiale.
Dedicare parte del proprio tempo agli altri non impedisce di fare le attività preferite anzi, le fa solo apprezzare di più.
Contattaci e informati in merito alle opportunità che la San Vincenzo offre ai giovani studenti anche in termini di crediti formativi, abbiamo un sacco di storie da raccontarti e vedrai che dare una mano agli altri, colora la vita!
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Avevo l’armadio pieno…e la vita vuota!
La mia grande passione sono i vestiti, frequento la “Scuola d’arte e moda” e sogno di diventare una stilista. Come potete immaginare, i negozi di abbigliamento esercitano su di me un effetto-calamita e un pomeriggio in centro a scovare le ultime tendenze della moda era un appuntamento irrinunciabile.
Un sabato pomeriggio, stressata da un’amica volontaria della San Vincenzo, l’accompagno a fare un paio di commissioni per una signora molto anziana che vive da sola. Quando torniamo la nonnina ci offre il tè e finisce che chiacchieriamo per un paio d’ore: al momento dei saluti non smetteva più di ringraziarci.
Era stato un pomeriggio diverso, ma dovetti ammettere bello. Tornai a casa senza neanche un acquisto, neanche una molletta per i capelli o un paio di calze.
Mia madre, che non poteva crederci, mi disse: “Finalmente ti sei resa conto che hai l’armadio pieno”. Alzai le saplle, ma dentro di me pensai: “Finalmente mi sono resa conto che ho la vita vuota”.
Da quel giorno sono diventata volontaria anch’io: dedico parte della mia vita agli altri e questo non mi impedisce di fare le cose che mi piacciono, anzi me le fa solo apprezzare di più!
Far visita ai carcerati?
Può essere meglio di una corsa in moto!
Ho conosciuto la San Vincenzo grazie a un professore. Durante una lezione stavamo parlando di delinquenza e lui ci disse di conoscere di persona alcuni carcerati. La cosa mi colpì: lui che sembrava una persona così a posto. Ci raccontò la sua esperienza come volontario nelle carceri e mi aprì gli occhi su una realtà a dir poco sconosciuta, tanto che gli chiesi di portarmi con lui.
In carcere conobbi un detenuto che mi parlò della sua vita. Capii quanto è facile sbagliare se si cresce in una famiglia senza valori o in una senza alternative.
Alla prima visita in carcere ne seguirono delle altre. Sentivo che per il carcerato la mia presenza era molto importante, ma bello era che anch’io mi sentivo più forte, più adulto, più fortunato per quella che era stata la mia vita.
Da quando sono volontario mi capita di incontrare dei ragazzi che mi chiedono chi me lo faccia fare. Io li invito a venire con me per scoprire di persona quanto possa essere costruttivo ed emozionante rendersi utili e quanto aiuti a recuperare con gli interessi la rinuncia ad una corsa in moto.
Wangari
Io e Angela siamo inseparabili. Ci siamo conosciute quando io ero in Italia da poco. con mia mamma e i miei fratelli più piccoli, avevo lasciato la Liberia per raggiungere mio padre che lavorava qui da tempo, ma dopo alcuni giorni lui aveva perso il lavoro.
Angela
Essendo volontaria, ero passata a casa loro per vedere come stavano e lasciare a suo padre alcuni documenti per l’ufficio di collocamento. Wangari, seduta sul divano, mi sorrideva ma non spiccicava una parola di italiano. Allora tentai con il mio inglese maccheronico…
Wangari
Quando Angela iniziò a parlare in inglese pensavo stesse scherzando. Faceva un casino con i verbi…
Angela
L’inglese non è mai stato il mio forte e a scuola rischiavo grosso. Wangari invece aveva una pronuncia perfetta: non pensavo che in Liberia si parlasse inglese.
Wangari
Fu naturale dare una mano ad Angela. Ci vedevamo da me ogni pomeriggio…
Angela
…e nel giro di un mesetto i progressi si videro anche a scuola. Lo dico sempre a Wangari: l’aiuto che ti ho dato è stato una briciola rispetto a quello che tu hai dato a me.
Wangari
Ora mio padre ha un nuovo lavoro, io vado a scuola, ho molti amici e nel tempo libero do una mano in San Vincenzo con Angela.
Angela
Si sa, con noi italiani le ripetizioni di inglese vanno a ruba.